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Ducati “restituisce” le ali a Jorge Lorenzo ad Austin

Finalmente riappaiono le ali sulla GP18 di Jorge, la configurazione 2017 sulla nuova moto non funzionava.

Dopo un inizio di campionato sottotono, Jorge Lorenzo prova a dimenticare le prime due gare stagionali, dove inconvenienti tecnici e la mancanza delle ali sulla GP18 ne hanno condizionato pesantemente le performances.

A fine stagione 2017 con l’introduzione del nuovo pacchetto aerodinamico, le prestazioni del maiorchino erano tornate su livelli più consoni al suo palmares, mettendolo in grado di lottare costantemente per le primissime posizioni.

Questo lasciava ben sperare per la nuova stagione 2018, ma le appendici aerodinamiche che avevano reso la GP17 più stabile sull’anteriore, di fatto sulla GP18 provocano negativi effetti collaterali, tanto che Lorenzo ha deciso di non utilizzarle in attesa che venisse preparata la versione aggiornata per il telaio della GP18.

Ad Austin, terzo appuntamento stagionale, finalmente sono ricomparse le ali sulla carena di Lorenzo, ali riprogettate per far ritrovare a “Giorgio” quella confidenza sull’anteriore senza la quale le sue prestazioni non sono all’altezza del ruolo di pilota ufficiale Ducati.

Austin è una pista difficile soprattutto a causa del manto stradale pieno di avvallamenti e buche, per i piloti trovare il giusto setting per la gara è quindi complicato anche perchè le gomme che Michelin ha messo a disposizione sembrano non avere grosse differenze di prestazioni tra le varie mescole.

Ciò nonostante, questa è l’ultima occasione per Lorenzo per dimostrare di poter rimanere in Ducati con serenità e soddisfazione reciproca.

Nella sessione del pomeriggio tutti i piloti della MotoGP hanno migliorato i loro tempi del mattino: Jorge Lorenzo ha ottenuto il settimo miglior crono in 2:05.487
 
Jorge Lorenzo (Ducati Team #99) – 7° – 2:05.486
“Dopo questa prima giornata di prove le mie sensazioni sono decisamente migliori rispetto al Qatar e soprattutto all’Argentina. In generale la pista è più lenta per tutti, ma nel pomeriggio l’asfalto era più pulito, c’era più grip, e siamo riusciti ad essere tutti più veloci. Il mio tempo non è male, però ho perso quasi mezzo secondo quando Nakagami mi è caduto davanti, altrimenti credo che sarei potuto arrivare tra i primi cinque. Dobbiamo ancora migliorare e dipenderà anche dal meteo che troveremo domani, ma intanto se dovesse piovere siamo già sicuri di essere in Q2.”

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