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Ducati GP18, la moto che c’era e non c’è più?

Alla vigilia di Jerez la Desmosedici sembra aver perso parte del suo potenziale.

Inutile nascondere che ad inizio campionato e anche prima durante i test invernali, le dichiarazioni dei piloti ufficiali e i tempi da loro ottenuti con relativa tranquillità, avevano fatto presagire che la stagione 2018 sarebbe potuta essere quella giusta per un grande risultato dopo l’era Stoner.

Tutti ricorderanno le dichiarazioni di Lorenzo dopo il tempone di Sepang in cui definiva un “capolavoro” la nuova nata di Borgo Panigale, salvo poi naufragare nei test in Thailandia e in Qatar.

Anche Dovizioso che è personaggio meno incline ad eclatanti manifestazioni, aveva in quel periodo palesato un cauto ottimismo, indicando la GP18 come la miglior Ducati che avesse mai guidato.

La prima gara del motomondiale è sembrato che in qualche modo confermasse questa impressione anche se personalmente in un commento avevo espresso preoccupazione per quella vittoria risicata su Marquez, Honda negli anni precedenti non era mai stata così competitiva in Qatar.

Ora, a distanza di qualche settimana e gara, lo scenario sembra completamente stravolto. Che si siano fatti i conti senza l’oste?

“In Austin abbiamo confermato che il nostro punto negativo è troppo grande”, anche se già lo sapevano: “Prima della gara sapevamo già che non potevamo essere veloci su questa pista”

“È logico che durante l’inverno lavori e ti fidi di migliorare, ma alla fine solo quando arrivi a certi circuiti capisci dove sei veramente”. E per “Dovi”, la realtà è che “non siamo ancora competitivi quanto i nostri avversari in curva”, ovvero i rivali di Honda: “La Honda è superiore. In inverno sono riusciti a migliorare ancora di più e questo è il motivo per cui tutti i piloti Honda sono più forti “.
“Dovremo aspettare il Mugello per vedere se tutto sarà come l’anno scorso o meno, ma non sono molto calmo …”

dice un preoccupato Dovizioso ad Autosport, che non ha ancora firmato con la Ducati mentre ritornano i rumors riguardo l’interessamento di Yamaha.

La risposta la avremo in gara, tuttavia qualche preoccupazione è lecita se si pensa al fatto che Jorge Lorenzo per trovare la strada sulla Desmosedici avrebbe bisogno che la moto fosse rivoluzionata, cosa che non può accadere almeno nel breve periodo.

In uno scenario dove le appendici aerodinamiche potrebbero venire abolite nel prossimo futuro, le speranze di una positiva avventura in rosso del maiorchino sembrano affievolirsi sempre più nonostante la determinazione di Jorge e Dall’Igna.

Dovizioso oltre a lamentare le “solite” lacune del progetto Desmosedici (dovute principalmente agli ingombri del propulsore con la V a 90 gradi), punta il dito anche sulle “perdite di tempo su altre moto”, riferendosi probabilmente al fatto che i tecnici del team Ducati MotoGP debbano occuparsi anche di supportare il team Ducati in Superbike.

Sta di fatto che al momento sembra di essere ritornati al “punto di partenza” senza una possibile via d’uscita; considerando che Yamaha ha forse trovato il bandolo per quanto riguarda l’elettronica e Suzuki ha fatto un discreto passo avanti quest’anno, la competizione sarà ancora più agguerrita.

 

 

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