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Bautista vince per merito dei giri motore della sua V4R?

Continuano le polemiche circa le prestazioni della Ducati Panigale V4R che in Superbike con Bautista sta ridimensionando la concorrenza sia di costruttori che piloti.

Il principale argomento su cui si basano le critiche riguarda il numero di giri “omologato” e regolamentare della V4R, che supera agevolmente i 16.000 giri (16.350 al limitatore), frutto di un progetto stradale che ha fatto tesoro delle conoscenze sviluppate in MotoGP.

Luigi dall’Igna l’aveva detto circa un’anno fa, il reparto corse MotoGP e Superbike tenderanno ad essere una cosa sola in termini di know-how!

E come dare torto a Dall’Igna!

Sia in termini di gestione aziendale che di efficacia del progetto, Dall’Igna sta operando nell’unico modo possibile per ottenere risultati costanti e ripetibili, investendo nel metodo e nella qualità dei processi coinvolti nella determinazione delle priorità e dei flussi di lavoro.

Ma facciamo alcune considerazioni:

  • I giri motore (parametro che indica la velocità angolare di rotazione dell’albero motore) sono un elemento importante per determinare l’energia prodotta dal motore:
    più scoppi si verificano e maggiore sarà la potenza.
  • Il numero di giri elevato consente un maggior allungo (velocità di punta) e in genere rapidità della risposta del motore, che deve essere progettato per vincere agevolmente le resistenze (attriti e inerzie delle masse in movimento)
  • Un numero di giri elevato non significa però necessariamente potenza sfruttabile a tutti i regimi, l’andamento della curva di coppia è infatti variabile lungo tutta la gamma di rotazione del motore; se la potenza fosse disponibile solo agli alti regimi, la moto sarebbe decisamente poco sfruttabile e scorbutica, anche se veloce sul dritto.

 


Analizzando la media delle velocità massime raggiunte in Gara 2 ad Aragon, si evince nell’arco dei 18 giri (media appunto) quanto incida la differenza di velocità di punta e quindi la potenza del motore sul dritto.

Considerando una pista guidata come è stata Aragon e come lo saranno soprattuto alcune delle prossime tappe del mondiale, questo parametro incide relativamente sul tempo sul giro, mentre è efficace soprattutto per i sorpassi in rettilineo.

Bautista fino ad ora, a parte una singola situazione in cui ha anche rischiato di cadere nel contatto con Rea, è sempre partito davanti e davanti è rimasto, dando distacchi nell’ordine dei 10 secondi a tutti gli avversari (V4R incluse).

Questo significa che la bontà della V4R non è solo nel motore quanto nel pacchetto mezzo-pilota, nonostante la Panigale si porti in dote dalla MotoGP la tendenza al sovrasterzo e Davies ha mostrato tutte le difficoltà nel cercare di domarla, andando lungo in curva quasi regolarmente.
Proprio Chaz recentemente ha affermato infatti che pur analizzando i dati telemetrici di Bautista, guidare come Alvaro è impossibile!

Che tradotto vuol dire che Bautista va proprio forte e l’aveva dimostrato nell’unica gara in cui ha potuto guidare la GP18 di Lorenzo in gara.

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